
Come curare ansia o depressione
Falsi miti su psicofarmaci e psicoterapia
Quali sono i pregiudizi più comuni sui farmaci antidepressivi e sulla psicoterapia?
Perché è importante vincerli per recuperare il benessere?
Nessun paziente ansioso e/o depresso è felice di ricevere una prescrizione farmacologica. L’ansia e la depressione sono considerate da molti nemici da vincere ed il ricorso ai farmaci antidepressivi o ad altri psicofarmaci è percepito come una sconfitta, una debolezza, una manifesta incapacità di controllare le proprie emozioni.
Iniziare una terapia farmacologica adeguata ed efficace, invece, permette di riprendere in mano la propria vita. Provare per credere!
In questo articolo sono elencati i “falsi miti” relativi alla cura farmacologica o alla necessità di effettuare psicoterapia. Seguono i relativi commenti finalizzati ad allontanare i pregiudizi più comuni nella popolazione.
Si tratta di frasi estrapolate dalle visite effettuate con i miei pazienti che ho pensato di citare al fine di combattere alcune false credenze le quali, allontanando per molto tempo dalle cure appropriate, riconosciute dalle linee guida internazionali, possono comportare un aggravamento dei sintomi.
- “Gli antidepressivi sono assunti dalle persone deboli”.
Se un paziente ha una patologia medica si rifiuta raramente di assumere la terapia prescritta dal medico. La stessa cosa non avviene con la cura psichiatrica. Molti pazienti, infatti, sono convinti di poter controllare i propri stati emotivi con la “forza del pensiero“. Tutto ciò è vero fino ad un certo punto ovvero sino a quando uno specialista non diagnostica un disturbo ansioso-depressivo. In questi casi si è affetti da una patologia che, come tale, va curata con dei farmaci in quanto può aggravarsi nel tempo, esattamente come una patologia medica. - “L’ansia e la depressione non peggiorano la qualità della vita”.
Niente di più falso. Quando si soffre di un disturbo d’ansia e/o di un disturbo depressivo, a causa di questo, si perdono tanti momenti potenzialmente felici della propria vita. Si rimane come bloccati, ripiegati su se stessi aspettando solo la fine di questa tremenda sofferenza. - “Gli psichiatri prescrivono terapie troppo forti e che creano numerosi effetti collaterali”.
Anche questa è un’affermazione falsa. È sempre sbagliato generalizzare. L’efficacia di una cura, infatti, dipende da numerosi fattori: la relazione con lo psichiatra, la competenza dello psichiatra, la disponibilità del paziente a curarsi e l’associazione dei farmaci prescritti. Quello che deve cercare di fare un bravo psichiatra è ascoltare le richieste del paziente, consigliare la terapia più adeguata alle sue esigenze di vita, monitorarne la risposta nel tempo e minimizzare gli effetti collaterali. - “Tutti gli psicofarmaci appesantiscono il fegato o il rene”.
Ciò non avviene se sono prescritti alle dosi minime efficaci e per il minor tempo possibile. In caso di patologie gravi con necessità di terapie farmacologiche importanti e prolungate, inoltre, non si rischia mai di danneggiare tali organi se il paziente è tenuto sotto controllo medico, effettuando aggiustamenti della posologia dei farmaci ed analisi del sangue a cadenza regolare. - “La psicoterapia non serve a nulla”.
Secondo numerosi studi scientifici effettuare un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale in associazione ad un trattamento farmacologico può dare maggiori garanzie sull’esito positivo della cura. - “Mi confido con i miei amici e non mi serve parlare con uno psicoterapeuta”.
Uno psicoterapeuta è una persona qualificata ad accompagnare il paziente nell’esplorazione delle cause del suo disturbo ansioso-depressivo e nell’apprendimento delle modalità più adeguate alla gestione delle proprie emozioni. Un percorso di psicoterapia, inoltre, permette di limitare la durata della terapia farmacologica.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni

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