
Disturbo ossessivo-compulsivo resistente ai trattamenti: cosa fare?
Il disturbo ossessivo-compulsivo è una patologia cronica che può causare notevole disagio e disabilità. È un disturbo complesso, con una varietà di manifestazioni cliniche, alcune delle quali non riconosciute tempestivamente. Il riconoscimento ed il trattamento precoce del disturbo può migliorare l’esito delle terapie, ma c’è spesso un ritardo nella diagnosi. I soggetti con disturbo ossessivo-compulsivo, infatti, spesso si trovano immersi nei propri rituali e quando arrivano dal clinico a volte non riescono nemmeno a collocare temporalmente l’esordio della patologia. Se trattati tempestivamente i soggetti affetti da tale disturbo possono ottenere un miglioramento significativo dei sintomi ed alcuni possono raggiungere la remissione.
Le terapie
Terapie di prima linea consistono nella terapia cognitivo-comportamentale (includente esercizi di esposizione e prevenzione della risposta) in associazione o meno alla farmacoterapia (generalmente un farmaco inibitore della ricaptazione della serotonina, SSRI) (Fenske & Petersen, 2015).
I pazienti con sintomi gravi o con assenza di una risposta alle terapie di prima linea vengono definiti resistenti alle terapie. Si definisce resistente alle terapie un paziente con disturbo ossessivo-compulsivo che non risponde a due trattamenti: esposizione e prevenzione della risposta in associazione a terapia cognitiva oppure a farmacoterapia (con SSRI). Secondo le ultime stime i pazienti resistenti sarebbero il 30% del totale (McKay et al., 2015).
Ci sono una varietà di opzioni terapeutiche per il disturbo ossessivo-compulsivo resistente al trattamento: tra le quali l’utilizzo dell’antidepressivo triciclico clomipramina o l’associazione tra SSRI ed un farmaco neurolettico atipico, come Aloperidolo, Aripiprazolo e Risperidone (Fenske & Petersen, 2015).
Nei pazienti che non hanno risposto alla clomipramina orale è utile provare a somministrare la clomipramina per via endovenosa. In uno studio sono stati selezionati 30 pazienti ricoverati in ospedale con disturbo ossessivo-compulsivo resistente all’utilizzo di più farmaci anti-ossessivi. La gravità della malattia e la risposta al trattamento sono stati valutati attraverso la Yale-Brown Obsessive Compulsive Scale (Y-BOCS). La clomipramina è stata somministrata gradualmente per via endovenosa per una settimana. Tutti i pazienti hanno successivamente effettuato un trattamento con clomipramina orale alla dose massima di 225 mg al giorno.
Dai risultati è emerso un punteggio totale medio grave alla Y-BOCS al momento del ricovero (ovvero pari a 24-31). Alle dimissioni 23 pazienti (ovvero il 76,7%) hanno avuto una diminuzione della Y-BOCS ≥ al 25% e sono stati considerati rispondenti alla terapia mentre solo 18 (il 60%) mantenevano il risultato a 24 settimane. Non sono stati segnalati effetti collaterali rilevanti. La clomipramina somministrata per via endovenosa sembrerebbe pertanto più efficace rispetto alla clomipramina orale (Karameh & Khani, 2015).
Secondo recenti ricerche anche la stimolazione cerebrale profonda (DBS), ampiamente utilizzata per il trattamento dei disturbi del movimento (tra i quali il morbo di Parkinson, il tremore essenziale e la distonia) potrebbe essere utile per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo resistente. Tale procedura avrebbe effetti elettrici e neurochimici locali che si estenderebbero alla rete neurale modulando l’attività oscillatoria, la plasticità sinaptica e determinando potenzialmente neuroprotezione e neurogenesi (Herrington et al., 2015).
Tutto questo è possibile grazie alle ricerche di neuroimaging funzionale cerebrale le quali hanno permesso di individuare aree chiave per la comparsa di sintomi depressivi e ossessivo-compulsivi. I risultati di recenti studi sull’uso della DBS nei disturbi psichiatrici farmaco-resistenti indicano, tuttavia, che tale procedura non è del tutto priva di rischi, tra i quali sequele neurologiche. L’utilizzo della stessa va, pertanto, valutato attentamente (Antosik-Wójcińska & Święcicki, 2015).
Riferimenti bibliografici:
Antosik-Wójcińska & Święcicki (2015).The use of DBS stimulation in mental disorders – opportunities and risks. Psychiatr Pol. 49(4): 791-800.
Herrington TM et al (2015). Mechanisms of deep brain stimulation. J Neurophysiol. [Epub ahead of print].
Karameh WK & Khani M (2015). Intravenous Clomipramine for Treatment-Resistant Obsessive-Compulsive Disorder. Int J Neuropsychopharmacol [Epub ahead of print].
McKay D et al (2015). Efficacy of cognitive-behavioral therapy for obsessive-compulsive disorder. Psychiatry Research, article in press.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni

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