Utilizzo degli antidepressivi durante gravidanza ed allattamento
La Depressione Maggiore ed i disturbi d’ansia sono disturbi molto comuni, soprattutto durante la gravidanza e nel post-partum. Il mancato trattamento può portare a complicanze durante la gestazione. Iniziare un trattamento con antidepressivi, però, può essere complesso in quanto come primo obiettivo lo specialista ha quello di salvaguardare la salute del feto, oltre che della madre.
L’utilizzo pregresso degli antidepressivi triciclici è stato fortunatamente soppiantato dagli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI), ritenuti più sicuri in gravidanza, specialmente dopo il primo trimestre di gravidanza. Pregressi studi su animali dimostrano come l’impiego di triciclici in gravidanza favoriscano l’insorgenza di malformazioni maggiori neurologiche e cardiache fetali.
Tra gli antidepressivi SSRI maggiormente studiati nelle ricerche cliniche si può segnalare la Duloxetina. Secondo recenti studi la Duloxetina sembrerebbe aumentare il rischio di aborto spontaneo durante la gravidanza senza aumentare il rischio di malformazioni fetali maggiori. L’esposizione a tale farmaco durante la fine della gravidanza potrebbe comportare, inoltre, l’insorgenza nel neonato di una sindrome da scarso adattamento al farmaco. La secrezione dell’antidepressivo nel latte materno sembrerebbe generalmente minore dell’1% anche se, come per tutti i farmaci ansiolitici ed antidepressivi, l’utilizzo durante l’allattamento è sconsigliato (Andrade, 2014).
Tra le malformazioni congenite più studiate durante la somministrazione di antidepressivi SSRI si può citare il piede torto congenito (Yazdi et al., 2014). Secondo alcuni studi effettuati su roditori l’esposizione della madre ad antidepressivi durante la gravidanza può comportare, inoltre, disturbi comportamentali e neurologici postnatali, tra i quali ansia, depressione ed isolamento sociale (Gur et al., 2013). Tale risultato valutato nel periodo postnatale è confermato da un recente studio relativo al farmaco antidepressivo Paroxetina, il farmaco a maggior rischio teratogeno tra gli antidepressivi SSRI (Glover et al., 2015).
Alcuni studi propongono l’utilizzo in gravidanza della terapia elettroconvulsivante, la quale, sebbene poco utilizzata a causa della sua percezione stigmatizzata, sembrerebbe efficace nella cura di molti gravi disturbi mentali. Le pazienti in gravidanza valutate in una recente revisione sistematica della letteratura mostrerebbero, infatti, una remissione totale o parziale dei sintomi dopo l’elettroshock (Pompili et al., 2014).
Altri farmaci di utilizzo comune nel trattamento della Depressione Maggiore e dei disturbi d’ansia sono le benzodiazepine. Anche se l’utilizzo di benzodiazepine a breve emivita ed a basse dosi può essere tollerato durante la gravidanza, il rischio teratogeno nel feto non è comunque trascurabile: tra le malformazioni si possono citare palatoschisi e labbro leporino. Nel periodo postnatale, inoltre, possono verificarsi nel neonato sintomi da astinenza o da sovradosaggio, ipotermia, depressione respiratoria, apnea, cianosi, ipotonia e letargia. La prescrizione di tali farmaci è controindicata nel primo trimestre di gravidanza (periodo embrionale). Successivamente viene generalmente sconsigliata. In casi gravi e resistenti alla psicoterapia, prima di effettuarla, vanno valutati attentamente i costi e/o i benefici per la madre e per il feto, collaborando direttamente con i ginecologi curanti delle pazienti. Le benzodiazepine vanno, comunque, gradualmente sospese prima del parto per evitare l’insorgenza di sintomi da astinenza nella madre e nel neonato.
Riferimenti bibliografici:
Andrade C (2014). The safety of duloxetine during pregnancy and lactation. J Clin Psychiatry. 75 (12): e1423-7.
Glover ME et al (2015). Early-life exposure to the SSRI paroxetine exacerbates depression-like behavior in anxiety/depression-prone rats. Neuroscience 284:775-97.
Pompili M et al (2014). Electroconvulsive treatment during pregnancy: a systematic review. Expert Rev Neurother. 14 (12): 1377-90.
Yazdy MM et al (2014). Use of selective serotonin-reuptake inhibitors during pregnancy and the risk of clubfoot. Epidemiology 25 (6); 859-65.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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