psicologia memoria traumatica

Psicologia della memoria traumatica: ricordi distorti e chiusura emozionale

La relazione tra trauma psicologico e memoria è un aspetto molto complesso da approfondire. Sebbene funzioni quali la memoria autobiografica e la simulazione di episodi specifici reclutino regioni cerebrali simili, le simulazioni episodiche, rispetto alle memorie autobiografiche, impegnano ulteriori circuiti neurali nelle regioni frontoparietali a causa di una maggiore necessità di processi costruttivi.

Studi funzionali di neuroimaging hanno mostrato differenze rilevanti tra memoria e simulazione episodica concentrandosi sul recupero veridico di esperienze passate e non considerando in modo completo la capacità di un individuo di recuperare il passato in modi diversi. Una ricerca ha valutato come possano essere costruite versioni alternative del proprio passato adottando diverse prospettive egocentriche durante il recupero della memoria autobiografica e simulando eventi ipotetici dal passato personale che avrebbero potuto verificarsi.

Questa funzione cerebrale è denominata pensiero episodico controfattuale. I partecipanti alla ricerca sono stati invitati a generare titoli per alcune memorie autobiografiche specifiche relative agli ultimi cinque anni della propria vita. Durante la scansione attraverso la risonanza magnetica funzionale (fMRI) i soggetti reclutati sono stati invitati a ripetere tali memorie autobiografiche o ad immaginare eventi contraddittori con relativi titoli. Sono state isolate regioni neurali sensibili ad adottare prospettive alternative egocentriche e simulazioni controfattuali del passato personale. I risultati della fMRI hanno individuato alcune aree frontali parietali inferiori e ventrolaterali posteriori sinistre sensibili a nuove prospettive visive e simulazioni controfattuali. Dai risultati della ricerca è emerso che le regioni neurali coinvolte nella memoria ricordano in modo simile alle aree sottese alla simulazione episodica quando si adottano prospettive alternative egocentriche del passato (St Jacques et al., Neuropsychologia, 2017).

La natura dinamica e flessibile delle memoria si evince dalla nostra capacità di adottare diverse prospettive visive. Anche se i ricordi autobiografici sono tipicamente codificati dalla prospettiva visiva dei nostri occhi, possono anche essere recuperati dal punto di vista di un osservatore che osserva il nostro sé. Utilizzando la fMRI uno studio ha esaminato i meccanismi neurali di spostamento della prospettiva visiva durante il recupero della memoria a lungo termine e la sua influenza sui ricordi. I partecipanti allo studio hanno riportato memorie autobiografiche specifiche degli ultimi cinque anni della loro vita valutando la propria prospettiva visiva. In una sessione di fMRI separata è stato richiesto ai soggetti reclutati nella ricerca di recuperare le memorie tre volte pur mantenendo la stessa prospettiva visiva e la loro valutazione iniziale o spostandosi in una prospettiva alternativa. Lo spostamento della prospettiva visiva durante il recupero della memoria autobiografica è stato accompagnato da una riduzione lineare del reclutamento neurale attraverso attivazioni corticali parietali posteriori. Ulteriori analisi hanno rivelato che il precuneo, in particolare, contribuiva a successive modifiche nella fenomenologia delle memorie. Tali risultati mostravano che la prospettiva egocentrica, cambiando in modo flessibile durante il recupero della memoria autobiografica, era supportata dall’area cerebrale del precuneo e suggerivano che la manipolazione dell’immagine mentale durante il recupero della memoria poteva comportare conseguenze sulla modalità in cui le memorie venivano recuperate e poi ricordate (St Jacques et al., Neuroimage, 2017).

Come ricordare un trauma infantile?

E’ utile per la psiche? 

Jordi Fernández (2015) ha discusso i possibili vantaggi di due tipi di memorie presumibilmente distorte: le memorie dell’osservatore e le memorie fabbricate. Fernández sosteneva che anche quando la memoria non conserva il passato veridico, alcune memorie possono ancora fornire un beneficio adattativo per il soggetto. Per Fernández le prospettive dell’osservatore sono memorie distorte perché non conservano l’esperienza passata. In alcune occasioni, però, le prospettive dell’osservatore possono riflettere accuratamente l’esperienza passata ovvero non fornire necessariamente ricordi distorti. Le prospettive dell’osservatore, non essendo necessariamente fonti di informazioni distorte, ma fornendo un modo distinto di pensare al proprio passato, possono essere anche epistemicamente benefiche. Riferendosi alla complessità del rapporto tra ricordi traumatici (vissuti da una prospettiva dell’osservatore) e chiusura emozionale, Fernández sosteneva che anche le memorie fabbricate (caratteristiche di un trauma emotivo) possono essere adattativamente vantaggiose per l’individuo impedendo la frammentazione della psiche (McCarroll, 2017).

Riferimenti bibliografici:

McCarroll CJ (2017). Looking the past in the eye: Distortion in memory and the costs and benefits of recalling from an observer perspective. Conscious Cogn. 49: 322-332.

St Jacques PL et al (2017). Remembering and imagining alternative versions of the personal past. Neuropsychologia. [Epub ahead of print].

St Jacques PL et al (2017). Shifting visual perspective during retrieval shapes autobiographical memories. Neuroimage. 148: 103-114.

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Dott.ssa Tiziana Corteccioni

Psichiatra psicoterapeuta Roma Tiziana Corteccioni

Psichiatra e Psicoterapeuta.
Riceve a Roma e a Perugia.

La Dott.ssa Tiziana Corteccioni è un Medico Chirurgo, Specialista in Psichiatria, Psicoterapeuta ad orientamento clinico cognitivo comportamentale. Collabora con l'Associazione di Clinica Cognitiva, sede di Roma.

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