Cosa può causare la depressione: i fattori di rischio più comuni
La Depressione Maggiore può essere causata da specifici eventi e disfunzioni cognitive i quali ne favoriscono l’esordio ed i processi di ricaduta.
La Depressione Maggiore è una patologia invalidante che tende a riacutizzarsi rappresentando la seconda causa di disabilità nel mondo dopo la cardiopatia ischemica. Secondo recenti ricerche a breve ne potrebbe diventare la prima causa.
Non si tratta di una patologia genetica ovvero può essere presente una predisposizione ma il quadro clinico è influenzato dall’ambiente. Esistono specifici fattori ed eventi comuni in chi soffre di questa patologia, spesso trascurati. I fattori di rischio per Depressione Maggiore, tuttavia, possono essere identificati per prevenirne l’insorgenza e trattarla prontamente.
Quali sono i fattori di rischio per l’insorgenza di un episodio depressivo maggiore e delle successive ricadute?
I pensieri disfunzionali sembrerebbero avere un ruolo chiave in chi è predisposto a soffrire di questa patologia in quanto emergerebbe una difficoltà ad utilizzare il proprio pensiero per regolare le emozioni. Altri fattori rischio citati dalle ricerche includono eventi e circostanze della vita stressanti, la presenza di depressione nei propri genitori, una difficoltà precoce nelle relazioni interpersonali (Hammen, 2018).
Molti pazienti a rischio di ricaduta depressiva riferiscono precedenti maltrattamenti infantili e/o disturbi del neurosviluppo. La presenza di sintomi residui post-trattamento ed una storia di recidive, inoltre, sono emersi come forti indicatori prognostici del rischio di ricaduta depressiva. Questi indicatori potrebbero essere utilizzati al fine di consigliare a determinati pazienti un trattamento continuativo o profilattico.
Come trattare i pazienti a rischio di ricaduta per la Depressione Maggiore?
Interventi psicosociali sulle conseguenze del maltrattamento infantile, ad esempio, associati alla farmacoterapia ed a specifiche terapie psicologiche possono essere utili per affrontare sintomi depressivi residui.
Cosa succede al cervello quando una persona va in depressione?
La ricerca futura è incentrata sulla comprensione dei percorsi che collegano il maltrattamento infantile e le disfunzioni cognitive all’alterazione dei percorsi neocorticali e limbici che elaborano le informazioni affettive. La conoscenza di questi meccanismi permetterebbe di prevenire il ricorso alla terapia farmacologica e alla psicoterapia facilitando il controllo cognitivo delle emozioni (Buckman et al., 2018).
Riferimenti bibliografici:
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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