
Aderenza farmacologica nelle patologie psichiatriche
I pazienti affetti da disturbi dell’umore e/o da disturbi d’ansia spesso interrompono precocemente i trattamenti a causa della loro lunga durata nel periodo di mantenimento (generalmente pari ad un anno).
Per studiare l’impatto della non aderenza ai trattamenti farmacologici nella depressione e nei disturbi d’ansia attuali o in remissione ed i relativi fattori socio-demografici è stato effettuato un ampio studio di coorte.
L’aderenza ai farmaci è stata valutata attraverso una scala di valutazione applicata su 1890 pazienti con disturbi d’ansia e depressivi in trattamento per un periodo di follow-up di 4 anni. Le diagnosi psichiatriche sono state effettuate secondo il DSM-IV tenendo conto delle caratteristiche socio-demografiche, delle caratteristiche cliniche e dell’uso di farmaci. Per non aderenza al trattamento si intendeva la tendenza del paziente a dimenticare una dose, modificare la dose, interrompere la terapia per un po’, saltare una dose o prenderne un dosaggio inferiore rispetto a quello prescritto dal medico.
Dai risultati è emersa una non aderenza farmacologica nel 44% degli esaminati. La presenza di diagnosi di disturbi d’ansia e di depressione attuale o in remissione sembrerebbe un fattore di rischio per la non aderenza ai trattamenti rispetto ad altre diagnosi. L’età e l’uso degli antidepressivi erano associati ad una maggiore aderenza ai trattamenti. La dipendenza da alcol ed il numero di integratori alimentari si sono dimostrati fattori di rischio per la non aderenza farmacologica (Bet et al., 2015).
La terapia di mantenimento è parte essenziale del trattamento della schizofrenia, del disturbo bipolare e del disturbo depressivo maggiore in quanto finalizzata a ridurre il rischio di recidiva. Purtroppo la scarsa aderenza al trattamento è molto comune e spesso compromette l’esito finale della cura.
Alla base del miglioramento dell’aderenza alla terapia farmacologica ci deve essere una buona relazione terapeutica tra medico e paziente. Il paziente ed i suoi familiari devono disporre di tutte le informazioni necessarie per conoscere la patologia ed il suo trattamento.
La terapia farmacologica deve essere ottimizzata sulla base delle caratteristiche cliniche e dell’anamnesi farmacologica del singolo individuo. Contatti regolari con i pazienti in trattamento a lungo termine favorirebbero l’aderenza ai trattamenti (Oksanen, 2015).
Per identificare i predittori di non aderenza ai farmaci antidepressivi, durante uno studio prospettico durato due anni, sono stati raccolti dati da 91 pazienti con depressione remittente-ricorrente (ovvero almeno 2 episodi di depressione maggiore secondo il DSM-IV) in trattamento con un farmaco antidepressivo durante i periodi di continuazione e di mantenimento. L’adesione al trattamento è stata valutata compilando un questionario sull’aderenza farmacologica. La non aderenza era rappresentata dai pazienti che saltavano il 20% o più della loro dose farmacologica. Le percentuali di non aderenza andavano dal 39,7% al 52,7%, con una media del 46,5% in 2 anni.
Dai risultati i predittori di base per la non aderenza farmacologica nel corso di un periodo di 2 anni sono stati la presenza di un disturbo di personalità, la presenza di una grave patologia ed un più elevato livello di istruzione (Ten Doesschate et al., 2009).
Oltre alla depressione, l’ansia è un secondo marcatore importante ed indipendente per la non aderenza dei pazienti affetti da malattia coronarica. L’effetto negativo dell’ ansia sull’aderenza ai farmaci cardiologici diminuirebbe in caso di sintomi depressivi concomitanti (Dempe et al., 2013).
Riferimenti bibliografici:
Dempe et al (2013). Association of anxious and depressive symptoms with medication nonadherence in patients with stable coronary artery disease. J Psychosom Res. 74(2): 122-7.
Oksanen J (2015). Supporting adherence to drug therapy in psychiatry. Duodecim. 131(16): 1437-42.
Ten Doesschate et al (2009). Predictors of nonadherence to continuation and maintenance antidepressant medication in patients with remitted recurrent depression. J Clin Psychiatry. 70(1): 63-9.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni

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