Ipocondria: vecchia diagnosi, disturbo in crescita
Secondo il DSM-IV-TR l’ipocondria è un disturbo caratterizzato da un’ intensa paura di avere una malattia grave con conseguente preoccupazione eccessiva, da parte del soggetti che ne sono affetti, nei confronti di sintomi o sensazioni corporee considerate come segnali evidenti di un problema medico serio.
I soggetti ipocondriaci effettuano frequentemente visite con medici accompagnate da numerosi esami diagnostici. Nonostante i medici cerchino di dimostrare al soggetto l’assenza del problema clinico e di rassicurarlo l’individuo affetto da ipocondria non si rassicura chiedendo altri pareri.
La presenza di eventuali sintomi clinici è generalmente sproporzionata rispetto al tempo occupato dal soggetto nell’ effettuare accertamenti clinici e nel ricercare cure. Il facile accesso ai mezzi informatici causa al soggetto un ulteriore perdita di tempo utilizzato a ricercare informazioni cliniche e cure alternative.
La prevalenza del disturbo, secondo il DSM IV-TR, è tra l’1 e il 5% nella popolazione generale e tra il 2 ed il 7% nella popolazione medica.
Il recente DSM-V ha eliminato la diagnosi di ipocondria ed inserito le seguenti diagnosi: “disturbo da sintomi somatici”, caratterizzato da sintomi clinici persistenti o ricorrenti, preoccupazioni eccessive per la propria salute, eccessiva quantità di tempo utilizzata per ottenere una diagnosi e/o una cura soddisfacente ed il “disturbo da ansia di malattia” nel quale non vengono menzionati i sintomi somatici ma sono presenti solo le preoccupazioni eccessive per la propria salute accompagnate dalla ricerca di diagnosi e cura.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente revisionato l’ICD, altro manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali. Nella decima versione, approvata nel 1990, i sintomi ipocondriaci sono descritti nel contesto di una condizione ipocondriaca primaria oppure come un sintomo secondario di altri disturbi mentali. In una recente proposta dei membri per la stesura dell’ICD-11 è stata proposta una sovrapposizione fenomenologica tra vari sintomi d’ansia (esempio paura, ipervigilanza verso sintomi corporei, sintomi di evitamento), il disturbo ossessivo-compulsivo (preoccupazioni e comportamenti ripetitivi) e la diagnosi differenziale con i disturbi somatoformi (presenza di sintomi somatici) (Van Den Heuvel et al., 2014).
Per capire le attitudini e le credenze degli ipocondriaci verso la medicina complementare ed alternativa o le loro recenti preoccupazioni in merito al proprio stato di salute 215 adulti hanno completato un questionario suddiviso in 5 parti che valutava la soddisfazione verso il proprio dottore, le preoccupazioni ipocondriache, le attitudini verso la medicina alternativa, le recenti preoccupazioni per la propria salute e i tratti della personalità. Dai risultati l’ipocondria, la disposizione verso la medicina alternativa e le recenti preoccupazioni relative al proprio stato di salute sembravano associati ad una mancata soddisfazione da parte del paziente (Fionda & Furnham, 2014).
La terapia cognitivo-comportamentale mostrerebbe efficacia nel trattamento del disturbo da sintomi somatici e in quello da ansia di malattia. In uno studio è stata valutata l’efficacia della terapia cognitiva combinata (individuale e di gruppo) per 80 pazienti con vecchia diagnosi di ipocondria.
I pazienti mostrerebbero riduzione dei punteggi clinici somatici subito dopo il trattamento e dopo un follow up di 12 mesi (Weck et al., 2015).
Un trattamento che può essere alternativo oppure associato alla psicoterapia, a seconda della gravità e della durata del disturbo, sarebbe quello farmacologico. Esistono, infatti, in commercio numerosi farmaci efficaci nella riduzione della quota d’ansia somatizzata e di eventuali dolori manifestati dal soggetto. Tra le classi farmacologiche si possono citare i farmaci antidepressivi SSRI, i triciclici e gli agonisti GABAergici.
Riferimenti bibliografici:
Van Den Heuvel OA et al (2014). Hypochondriasis: considerations for ICD-11.Rev Bras Psiquiatr;36 Suppl 1:21-7.
Weck F et al (2015). Effectiveness of cognitive-behavioral group therapy for patients with hypochondriasis (health anxiety). J Anxiety Disord; 30C:1-7.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni
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