
Gli effetti cerebrali della cannabis
L’uso della cannabis esercita vari effetti a livello del sistema nervoso centrale. La pratica nel settore analgesico viene considerato un promettente campo di ricerca.
Il suo uso sembrerebbe diffuso anche tra numerose persone affette da epilessia. Studi clinici hanno dimostrato che il cannabidiolo fitocannabinoide (CBD) ridurrebbe la gravità delle crisi epilettiche generalizzate indotte da pentilentetrazolo e la mortalità per epilessia. L’interesse per questo campo di applicazione è per questo cresciuto negli ultimi anni. Uno studio del 2012 ha dimostrato che la cannabis avrebbe anche effetti nella riduzione delle crisi parziali del lobo temporale in topi da esperimento (Jones et al., 2012).
Più recentemente è stato approfondito il meccanismo attraverso il quale il cannabidiolo eserciterebbe effetti anticonvulsivanti. L’effetto della CBD e di un cannabinoide strutturalmente simile, chiamato cannabigerolo (CBG), è stato valutato a livello dei canali del sodio voltaggio-dipendenti (NAV) del sistema nervoso centrale, bersaglio comune di molti farmaci anti-epilettici. Tali effetti sono stati studiati sui neuroni CA1 dell’ippocampo (in fettine cerebrali di topo), su cellule umane SH-SY5Y (affette da neuroblastoma), su neuroni corticali di topo in coltura e su neuroni corticali di topo in vivo. A differenza dei precedenti studi il CBD ed il CBG non hanno mostrato alcun effetto sulle crisi epilettiche indotte da pentilentetrazolo nei topi in vivo indicando che il blocco dei canali del sodio voltaggio dipendenti non sembrerebbe alla base dell’effetto anticonvulsivante della cannabis (Hill et al., 2014).
La presenza di un’attività coordinata delle reti neuronali anatomicamente distribuite appare fondamentale per l’utilizzo delle funzioni cognitive. Le interazioni limbico-corticali, infatti, sembrerebbero alla base di funzioni quali l’apprendimento, la memoria ed il processo decisionale.
In un recente studio è stato impiegato CP55940, un potente agonista dei recettori dei cannabinoidi cerebrali, conosciuto per interrompere l’attività coordinata nell’ippocampo. E’ stato indagato il ruolo delle oscillazioni della rete neurale che vede coinvolti l’ippocampo e la corteccia prefrontale mediale nei topi da esperimento. Durante la veglia tranquilla ed il riposo CP55940 ha ridotto i potenziali locali, rilevati attraverso l’elettroencefalogramma, a livello dei neuroni CA1 dell’ippocampo e nella corteccia prefrontale mediale. Questa attività ha avuto effetti sulle singole unità delle due strutture cerebrali. Durante le fasi decisionali di un compito di memoria di lavoro spaziale è stato osservato un deficit indotto da CP5540 sulle oscillazioni theta dell’ippocampo, sui potenziali gamma prefrontali ed un’alterazione della frequenza theta tra le due strutture coinvolte. Questi cambiamenti nell’attività coordinata di rete limbico-corticale sembrerebbe correlata a livello clinico con una ridotta accuratezza nelle prestazioni del compito, con una compromissione della fase di chiusura dei potenziali a punta prefrontali, dei ritmi gamma e theta dell’ippocampo con una compromissione compito-dipendente dell’attività cerebrale in un sottogruppo di unità della corteccia prefrontale mediale. Oltre a sottolineare l’importanza delle oscillazioni di rete CA1-corteccia prefrontale mediale nei compiti cognitivi questi risultati dimostrerebbero che l’uso abituale di cannabinoidi possa interrottompere l’attività coordinata tra le due aree cerebrali coinvolte determinando deficit cognitivi attraverso l’attivazione dei recettori dei cannabinoidi esogeni cerebrali (Kucewicz et al., 2011).
L’eventuale uso terapeutico della cannabis nell’analgesia ed in altri settori della medicina va, quindi, attentamente valutato per evitare ripercussioni negative a livello del sistema nervoso centrale.
Riferimenti bibliografici:
Hill AJ et al (2014). Voltage-gated sodium (NaV) channel blockade by plant cannabinoids does not confer anticonvulsant effects per se. Neurosci Lett. 566:269-74.
Kucewicz MT et al (2011). Dysfunctional prefrontal cortical network activity and interactions following cannabinoid receptor activation. J Neurosci. 31(43): 15560-8.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni

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