Efficacia della Psicoterapia Cognitiva nella Bulimia Nervosa
La Bulimia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare che porta l’individuo ad abbuffarsi in modo ricorrente, avendo la sensazione di perdere il controllo di quale e di quanto cibo stia mangiando.
Gli individui con tale disturbo sono polarizzati sulla forma, sul peso corporeo e generalmente utilizzano il vomito autoindotto per mantenere un introito calorico stabile con un peso nella norma. Altre condotte compensatorie del peso possono essere l’esercizio fisico o l’utilizzo di diuretici, lassativi, enteroclismi.
In alcuni soggetti la quantità di cibo ingerita durante l’abbuffata è minima ma rimane la sensazione di perdere il controllo seguita dal senso di colpa per aver effettuato l’abbuffata. In altri individui vengono riferite solo abbuffate o solo episodi di vomito autoindotto. Queste forme vengono generalmente definite forme atipiche di bulimia o disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati.
I fattori di rischio
I fattori di rischio per lo sviluppo di questo disturbo variano da persona a persona: sono stati riconosciuti fattori genetici combinati a fattori ambientali, sociali e culturali.
Il trattamento
Il trattamento va effettuato al più presto in quanto le abbuffate ricorrenti, gli episodi di vomito ed i farmaci assunti per controllare il peso possono portare a squilibri elettrolitici ed a patologie internistiche.
L’efficacia della psicoterapia cognitiva
Numerose ricerche hanno dimostrato l’efficacia della psicoterapia cognitiva per il trattamento della bulimia. Le abbuffate ricorrenti, infatti, possono essere considerate meccanismi non efficaci utilizzati per regolare le emozioni.
Gli studi sull’argomento
In un recente studio 78 donne adulte (55 con bulimia nervosa tipica e 23 con bulimia atipica) hanno effettuato una psicoterapia cognitivo-comportamentale individuale di durata media pari a 19 sedute. Alla fine del trattamento cognitivo il 50% delle pazienti hanno ottenuto una remissione completa del disturbo con significativi miglioramenti del tono dell’umore, del comportamento alimentare e delle abitudini di vita (rilevati tramite visite cliniche e test specifici) (Waller et al., 2014).
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