
Terapie tradizionali e innovative per guarire dai disturbi alimentari
Come guarire dall’anoressia nervosa con farmaci, psicoterapia, dieta e neuromodulazione.
L’anoressia nervosa è una patologia che provoca grandi cambiamenti nella qualità della vita di chi ne è affetto e che presenta conseguenze gravi con un tasso di mortalità molto elevato. Questa mortalità colpisce principalmente i giovani. I disturbi alimentari, infatti, influenzano negativamente le persone, sia dal punto di vista medico che psicologico, portando ad una ridotta aspettativa e ad una scarsa qualità della vita.
La terapia dell’anoressia nervosa rimane ancora complessa. Una revisione della letteratura scientifica ha esaminato gli articoli pubblicati tra il 2006 e il 2017 nei database Cochrane, PubMed, Scopus e PsychINFO. Le parole di ricerca erano “anoressia nervosa“, “adulti” e “gestione“. Dai risultati è emerso che la gestione del paziente affetto da anoressia nervosa deve essere multidisciplinare non dando la priorità solo all’aumento di peso. Molti si domandano come guarire dall’anoressia senza ingrassare. Perché ciò accada è necessaria una modifica della percezione del proprio peso e del proprio corpo la quale tende a sovrastimare in modo catastrofico le variazioni positive. Il monitoraggio di chi è affetto da anoressia nervosa deve includere una graduale normalizzazione delle abitudini alimentari. Ciò va associato ad un percorso di psicoterapia e talvolta alla prescrizione di farmaci per i disturbi alimentari.
La terapia farmacologica dell’anoressia nervosa deve essere individualizzata in base alle esigenze personali, al profilo psicologico e a quello medico. Mirtazapina, Olanzapina, Acido valproico, Clomipramina sono alcuni nomi di farmaci che possono essere prescritti dallo psichiatra psicoterapeuta nell’anoressia nervosa ma che spesso non risultano efficaci senza la prescrizione di un corretto regime alimentare e la collaborazione con altre figure professionali (primo fra tutti il nutrizionista). La terapia cognitivo-comportamentale rimane la terapia più efficace nella prevenzione delle ricadute e la terapia familiare è utile per il trattamento di coloro che vivono ancora con le loro famiglie di origine. Talvolta può essere necessario un ricovero in ospedale per reintrodurre gradualmente nutrienti (Jassogne & Zdanowicz, 2018).
La neuromodulazione viene considerata un potenziale trattamento per i disturbi alimentari e l’obesità. La stimolazione cerebrale profonda e la stimolazione cerebrale transcranica non invasiva sono state studiate verso una varietà di bersagli cerebrali (Lee et al., 2018). La neuromodulazione può influenzare il funzionamento del sistema nervoso centrale e il comportamento emotivo/alimentare. Pertanto, sarebbe possibile offrire un trattamento alternativo (o complementare) ai farmaci, ai diversi approcci psicologici e nutrizionali nei disturbi alimentari e nell’obesità. Sono stati valutati studi sull’effetto della neuromodulazione mediante stimolazione cerebrale profonda (DBS), stimolazione transcranica in corrente continua (TDC) e stimolazione magnetica transcranica (TMS). Il 50% degli studi esaminati aveva campioni molti esigui: tra i 14 ed i 38 partecipanti. Dai risultati la neuromodulazione sembrava avere un certo potenziale clinico nei disturbi alimentari e, quindi, questa rappresenterebbe un’area promettente per ulteriori ricerche. Ad oggi la TMS e la TDC non rappresentano ancora il trattamento di prima linea ma potrebbero diventare un’opzione terapeutica in futuro. Attualmente le tecniche di neuromodulazione sono in fase sperimentale e non rappresentano un trattamento basato sulle evidenze scientifiche (Jauregui-Lobera & Martinez-Quiñones, 2018).
Riferimenti bibliografici:
Jassogne C & Zdanowicz N (2018). Management of adult patients with anorexia nervosa: a literature review. Psychiatr Danub. 30(Suppl 7): 533-536.
Lee DJ et al (2018). Neuromodulation for the treatment of eating disorders and obesity. Ther Adv Psychopharmacol. 8(2): 73-92.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni

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