
L’amore ai tempi di internet: la regolazione emotiva attraverso i social network
Siti di social network, come Twitter e Facebook, continuano ad attirare gli utenti, molti dei quali si rivolgono a questi spazi virtuali anche per incontrare l’anima gemella e per avere un sostegno emotivo in caso di malattie. La letteratura scientifica ha esplorato la funzionalità degli spazi online per il supporto sociale correlato a problematiche di salute, come ad esempio il cancro. Una ricerca ha effettuato per 2 anni un’analisi di contenuto di messaggi online su Twitter digitati utilizzando l’hashtag “#stupidcancer.” Dato che le emozioni costituiscono la base per la comunicazione ed il comportamento umano questa analisi di contenuto dei messaggi ha esaminato anche la relazione tra espressione emotiva e ricerca di sostegno sociale on-line attraverso tweets sul cancro. Lo studio, inoltre, ha valutato le varie modalità nelle quali Twitter permette la condivisione dei messaggi attraverso tutta la rete di un utente (non solo nella comunità dei pazienti affetti da tumore)(Myrick et al., 2016).
In un’altra ricerca è stata analizzata la comunicazione tra circa 90.000 utenti registrati in una comunità di supporto on-line per il cancro. Si tratterebbe di 1.562.459 messaggi organizzati in 68.158 thread di discussione e 1000 risposte di sostegno emotivo ed informativo.
Dall’analisi dei messaggi emergono le seguenti variabili ricorrenti e significative: autorivelazione di emozioni negative, discussioni su eventi negativi o positivi, valido sostegno emotivo. Le domande richiedono principalmente sostegno emotivo per una fase depressiva. Al contrario le domande che richiedono maggiore sostegno informativo sono poche soprattutto se confrontate alla disposizione naturale degli utenti a rivelare informazioni ed emozioni personali. Questo bisogno innato chiamato “self-disclosure” (letteralmente tradotto in autorivelazione) focalizzerebbe gli individui su personali bisogni emotivi suscitando la richiesta di un sostegno da parte degli altri membri del gruppo. Le domande finalizzate al soddisfacimento di bisogni informativi sembrerebbero, invece, meno importanti per gli utenti. L’esposizione ad un sostegno principalmente emotivo aumenterebbe il tempo di permanenza nella comunità virtuale del 33% mentre l’esposizione ad un supporto più informativo sarebbe predittivo di abbandono precoce del gruppo.
La “self disclosure” sembrerebbe efficace nel suscitare un sostegno emotivo da parte degli altri utenti ovvero incrementerebbe la percezione dell’altro come soggetto e non come oggetto virtuale. Andrebbero ulteriormente indagate le dinamiche di scambio e di sostegno sociale nelle comunità di supporto on-line (Wang et al., 2015). Tuttavia il pericolo che si sta diffondendo è quello di scambiare un social network per un professionista della salute mentale utilizzandolo per regolare le proprie emozioni.
Ciò che incoraggia le persone a formare gruppi sembrerebbe la condivisione di valori morali, soprattutto su internet. L’importanza di questo fattore è stata riconosciuta da scienziati sociali ma i tipi di affinità morali che guidano questo fenomeno sarebbero ancora in gran parte sconosciute. L’analisi di oltre 700.000 tweet all’interno di una sperimentazione socio-psicologica ha rivelato che la distanza tra due persone in un social network può essere predetta in base a differenze nei contenuti morali. Le differenze in ambito di valori morali svolgono, pertanto, un ruolo significativo nel distanziamento sociale (Dehghani M et al., 2016).
La ricerca di una conferma di condivisione di questi valori morali potrebbe favorire l’inizio di frequentazioni anche al di fuori dei social-network. Spesso, però, il futuro incontro con il compagno conosciuto su internet viene caricato di eccessive aspettative intensificando le emozioni e causando delusioni importanti al momento della conoscenza reale.
Sarebbe utile, pertanto, utilizzare con consapevolezza il social network considerandolo solo uno strumento di intrattenimento e non un mezzo finalizzato alla conoscenza di persone con le quali intraprendere future relazioni sentimentali.
Riferimenti bibliografici:
Dehghani M et al (2016). Purity homophily in social networks. J Exp Psychol Gen. 145(3): 366-75.
Myrick JG et al (2016). #Stupidcancer: Exploring a Typology of Social Support and the Role of Emotional Expression in a Social Media Community.Health Commun. 31(5): 596-605.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni

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