
Neurobiologia del disturbo bipolare: gli ultimi studi scientifici
Neurobiologia del disturbo bipolare: gli ultimi studi scientifici.
I meccanismi neurobiologici alla base del disturbo bipolare non sono stati totalmente chiariti e questo limita lo sviluppo di nuove cure. Il disturbo sembrerebbe derivare dall’interazione tra fattori genetici che causano suscettibilità e fattori ambientali predisponenti, precipitanti e perpetuanti, come stress ed eventi traumatici. Un mal funzionamento nelle cascate biochimiche intracellulari, lo stress ossidativo e la disfunzione mitocondriale comprometterebbero i processi legati alla plasticità neuronale, portando ad un danno cellulare e alla conseguente perdita di tessuto cerebrale che è stata identificata in studi post-mortem e di neuroimaging di pazienti affetti da disturbo bipolare. I dati esaminati suggeriscono che i biomarcatori periferici legati agli ormoni, all’infiammazione, allo stress ossidativo e alle neurotrofine sono alterati nei pazienti con questo disturbo, specialmente durante gli episodi acuti di oscillazione del tono dell’umore. Questi cambiamenti, inoltre, sono stati associati ad una tossicità sistemica della malattia e al danno derivante dai molteplici episodi contropolari. Nel disturbo bipolare la tossicità sistemica correlata ad episodi ricorrenti può determinare cambiamenti anatomici del cervello con conseguente progressione dello stress e modificazione della neuroplasticità, influenzando negativamente la risposta al trattamento (Young & Juruena, 2021).
Proprio per questo diversi pazienti affetti da disturbo bipolare rimangono sintomatici. Il progresso nella comprensione accurata della neurobiologia alla base del disturbo bipolare potrebbe aiutare all’identificazione di nuovi bersagli terapeutici, di biomarcatori per la diagnosi precoce, la prognosi e la risposta al trattamento.
Nonostante i progressi nelle conoscenze fisiopatologiche del disturbo bipolare, la diagnosi e la gestione della malattia sono ancora essenzialmente cliniche. Data la complessità individuale del cervello e la stretta relazione tra esposizione ambientale e funzione cerebrale, sono necessarie nuove ricerche che incorporino dati genetici, epigenetici, molecolari, fisiologici, clinici, ambientali e di imaging cerebrale per avere maggiori informazioni che possano essere tradotte in prevenzione e risultati migliori per la terapia dei pazienti (Scaini et al., 2020).
Riferimenti bibliografici:
- Scaini et al (2020). Neurobiology of bipolar disorders: a review of genetic components, signaling pathways, biochemical changes, and neuroimaging findings. Braz J Psychiatry. Review. 42(5): 536-551.
- Young AH & Juruena M (2021). The Neurobiology of Bipolar Disorder. Curr Top Behav Neurosci. 48:1-20. 42(5): 536-551.
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Dott.ssa Tiziana Corteccioni

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