tecnostress

Tecnostress: sovraccarico lavorativo, stress lavorativo, disagio psichico

Il tecnostress o stress tecnologico è una malattia professionale molto diffusa in aziende che presentano operatori informatici. Tale patologia coinvolge circa il 45% dei lavoratori che utilizzano PC ed è legata alla ricezione e/o trasmissione eccessiva, simultanea di informazioni digitali veicolate dai videoschermi dei computer. Il primo a parlarne è stato lo psicologo americano Graig Broad più di 30 anni fa.
Tra i sintomi del tecnostress si possono annoverare cefalea, disturbi del sonno, ipertensione, ansia somatizzata, disturbi della concentrazione, stati confusionali, umore depresso, calo del desiderio sessuale, disturbi comportamentali ed isolamento sociale.

Il concetto di stress legato alla tecnologia è stato introdotto nel 1980, anno in cui i computer si diffondevano tra gli educatori degli infermieri americani. Dalla revisione della letteratura non sono emersi molti studi effettuati per indagare l’incidenza dello stress tecnologico tra gli insegnanti degli infermieri. Lo scopo di uno studio è stato quello di descrivere i fattori di stress tecnologico presenti tra gli educatori degli infermieri della Louisiana. E’ stato sviluppato un questionario denominato Nurse educator technostress scale (NETS), successivamente somministrato ad un campione di 311 insegnanti degli infermieri. I risultati hanno rivelato che tali educatori presentavano uno stress tecnologico. La variabile “supporto amministrativo percepito per l’utilizzo della tecnologia in classe” era un predittore significativo di stress tecnologico (Burke, 2009).

Due esperienze psicologiche di tecnostress sono il technostrain (ovvero gli utenti segnalano sentimenti di ansia, stanchezza, scetticismo e credenze di inefficacia legate all’uso delle tecnologie) e la technodependence (ovvero gli utenti provano disagio a causa di un uso eccessivo, compulsivo di queste tecnologie). Lo studio che indaga la presenza di queste due esperienze psicologiche è stato condotto su un campione di 1072 utenti. Le analisi hanno rivelato che il technostrain è correlato positivamente ai seguenti fattori: il sovraccarico di lavoro, l’ambiguità di ruolo, il sovraccarico emotivo, il mobbing, gli ostacoli che impediscono l’uso del pc, la mancanza di autonomia, il frequente cambiamento di ruolo, lo scarso sostegno sociale, le scarse competenze mentali. Il sovraccarico lavorativo, l’ambiguità di ruolo, il mobbing, la mancanza di competenze emotive, inoltre, determinano spesso una dipendenza dagli apparecchi tecnologici (Salanova et al., 2013).

Lo stress in generale è una risposta specifica a richieste non specifiche. Questo processo di adattamento è molto complesso e varia considerevolmente da persona a persona. La risposta allo stress o “reattività allo stress” viene attivata da vari fattori di stress che vanno da eventi di vita a problemi quotidiani e tra questi esiste anche uno stress cronico.
La risposta allo stress non è univoca. Essa, infatti, ha componenti fisiologiche, cognitive e comportamentali. Le risposte fisiologiche, cognitive e comportamentali allo stress sono spesso disfunzionali e dannose per l’individuo.
La risposta comportamentale di base allo stress è molto simile ad una risposta di lotta o fuga tanto che l’individuo stressato generalmente mette in atto un modello di comportamento aggressivo o di evitamento. La relazione tra lo stress ed il comportamento è bidirezionale: alcuni comportamenti si verificano in risposta allo stress mentre altri producono stress.

Le pratiche per una corretta gestione dello stress permettono di acquisire competenze specifiche per modificare alcune componenti di queste risposte al fine di ridurre lo stress. Tra quelle più utilizzate si possono citare le tecniche di rilassamento le quali comprendono principalmente il training autogeno, il training di rilassamento progressivo ed il biofeedback. La risposta di rilassamento è una risposta appresa. Esistono diversi metodi per indurre questa risposta nei soggetti sottoposti a stress i quali condividono l’obiettivo comune di contrastare gli aspetti disfunzionali delle reazioni allo stress e di ridurre quelli fisiologici. Tutte le tecniche di rilassamento comprendono l’emissione di un lungo respiro con una progressiva riduzione del tempo e degli sforzi necessari per rilassarsi. Se correttamente eseguite queste pratiche producono uno stato di rilassamento rapido e su richiesta. Approcci cognitivi per la gestione dello stress derivano dalla constatazione che l’interpretazione individuale di eventi o situazioni, etichettate come stressanti, permette di anticipare le conseguenze dei fattori di stress aumentando la capacità individuale di far fronte agli eventi stressanti.

Le numerose teorie e tecniche cognitive sono incluse nella terapia cognitiva di Beck e nella terapia razionale emotiva di Ellis. Le fasi iniziali di entrambe le terapie sono dirette ad insegnare all’individuo a riconoscere, memorizzare, analizzare e modificare credenze disfunzionali. La seconda fase è di solito dedicata ad identificare e modificare le emozioni e gli atteggiamenti che danno origine a tali credenze. Un addestramento assertivo è spesso una componente importante dei programmi di gestione dello stress: comportarsi in modo assertivo (non passivo) tende a produrre, infatti, una maggiore sensazione di benessere individuale (Legeron, 1993).

Sono state individuate alcune strategie di prevenzione del tecnostress. Tra queste troviamo la pianificazione strategica tecnologica, l’organizzazione per lo sviluppo della cultura, i sistemi di monitoraggio della tecnologia ed i programmi di auto-sviluppo degli operatori tecnologici (Caro & Sethi, 1985).

Riferimenti bibliografici:

Burke MS (2009). The incidence of technological stress among baccalaureate nurse educators using technology during course preparation and delivery. Nurse Educ Today. 29(1):57-64.

Caro DH & Sethi AS (1985). Strategic management of technostress. The chaining of Prometheus.J Med Syst. 9(5-6): 291-304.

Legeron P (1993). [Behavioral and cognitive strategies in stress management]. Encephale. 19 Spec No 1: 193-202.

Salanova M et al (2013). The dark side of technologies: technostress among users of information and communication technologies.Int J Psychol. 48(3): 422-36.

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